Il suo nome deriva dal
termine celtico Gronio che significa guado. I Romani, dei quali nella
zona esistono numerose testimonianze nelle rovine di insediamenti
antichi, la chiamarono Vareia. Fu occupata dagli Arabi e liberata nel
1092 dal leggendario Cid Campeador (Rodrigo Diaz De Vivar) da Burgos
vissuto dal 1043 al 1099. A partire dall'XI secolo la città
crebbe in importanza per la sua strategica posizione di incrocio
stradale e nel 1431 re Giovanni II di Castiglia le concesse il titolo
di "città". Gradatamente la città
incrementò le sue risorse economiche e si allargò
demolendo le mura che la rinserravano e si dotò di nuove
vie, piazze ed edifici. Appartenuta sempre alla Castiglia,
nel 1982, essendosi creata la comunità autonoma della Rioja,
ne viene dichiarata capitale. È sede vescovile. (Wikipedia)
(7) Torres del Rio - Logroño: Usicti da Torres occorre affrontare un tratto piuttosto duro che i Pellegtini esperti chiamano rompepiernas(spaccagambe). Si tratta di un saliscendi continuo che accompagna il Pellegrino fino alla città di Viana. La prima parte di questo tratto porta all'Alto de Poyo, poi si riscende sulla statale e si risale su una collina che consente un'ampia vista della comunità della Rioja. In mezzo al nulla la città smbra vicina, ma malgrado si continui a camminare, non si arriva mai (per questo è consigliato munirsi di una buona scorta d'acqua). Finalmente si raggiungono le caratteristiche strade medievali, le mura di fortificazione, la grande chiesa di Santa Maria, le rovine della chiesa di San Pietro, siamo a Viana.
Viana fu anche la città di Cesare Borgia, cardinale, detto il Valentino. Una volta rifocillati, si scende nuovamente verso la statale e, girando a sinistra, si imbocca una stradina campestre che porta al romitaggio dela Virgen de las Cuevas. Oltrepassato un nodo stradale si può finalmente puntare su Logroño. Prima di entrare in città si incontra la casa della Señora Felicia (persona cara a molti Pellergini che sono passati di là fino al 2002), oggi la famiglia mantiene la tradizione di accoglienza. Si entra finalmente in città varcando lo storico ponte sul rio Ebro, più volte ricostruito arrivò ad avere dodici arcate e numerose torri di guardia; da vedere la chiesa di Santa Maria del Palacio e la chiesa gotica di Santa Maria de la Rodonda con le sue torri gemelle.
1 Maggio 2013 | San
Giuseppe Lavoratore |
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